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Autore | Albero |
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matemati | Inviato: 18/3/2004 1:37 Aggiornato: 18/3/2004 1:37 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 13/1/2004 Da: Firenze Inviati: 1790 |
![]() Mamma mia, Giosp! Se volevi rendere al massimo la miseria e lo squallore di una società che, ahimé, potrebbe anche seguire la nostra, ci sei riuscito bene.
Complimenti per la fantasia nella scelta dei numerosi particolari tristi (la matita che sostituisce la sigaretta, le scarpe col tacco conservate, il ritrovamento dei vecchi dischi, etc.) fino a quello estremamente angosciante del finale. Questa storia mi ha preso tantissimo, all'attenzione e allo stomaco. Non avrei critiche da fare, salvo un dubbio sulla parola "benabbiente" (esiste?), e una curiosità sul termine "lamde" (c'è un motivo per cui l'hai scelto, o ti è venuto così?) Cmq, bravissimo! |
Principe | Inviato: 18/3/2004 9:17 Aggiornato: 18/3/2004 9:17 |
Just can't stay away ![]() ![]() Iscritto: 14/11/2003 Da: La Svizzera Verde Inviati: 305 |
![]() ...descrivi, direi magistralmente, una società ormai privata della sua dignita, squallida e ormai totalmente disillusa...
,,,un mondo parellelo?..un mondo a parte però... il volto della miseria più scabroso... perchè non è la miseria del barbone che è rifiutato dalla società e viene emarginato...no... è la miseria di spirito di chi cerca disperatamente di tendere la mano alla vita... di chi continua a cadere e continuamente si rialza... ma mi chiedo se per un mondo così valga la pena lottare... è bellissimo come riesci a portare il lettore in una realtà che potrebbe essere un ritorno all'era industriale del '600... straziante il fatto dei bambini, forse anche troppo ma è un modo di denunciare quello che succede normalmente in una favela di Rio o per le vie Thajlandesi, etc etc... mi piacerebbe "vedere" l'altro volto della società che descrivi... consiglio: un parallelismo tra l'uomo della fabbrica e la sua triste lotta per la sopravvivenza e l'uomo che possiede la fabbrica e si culla senza pudore nel lusso... |
riana | Inviato: 18/3/2004 15:17 Aggiornato: 18/3/2004 15:17 |
Just can't stay away ![]() ![]() Iscritto: 26/1/2004 Da: Inviati: 491 |
![]() Mamma mia! Speriamo sia stato solo un incubo!
E' tutto così crudo, violento, squallido e....purtroppo reale. Famiglie così ce ne saranno... gente povera, immigrata dal suo paese martoriato dalla guerra. Ci sono tutti i vizi e le cattiverie degli uomini nelle parole dell'autore. Una carrellata di immagini scorrono davanti a chi legge, è coraggioso esprimere così tanta rabbia e impotenza per le brutture della vita, per quante cose ingiuste accadano nella società a cui apparteniamo, perchè anche se, siamo privilegiati ,non ci manca niente e godiamo di una certa tranquillità, attorno a noi c'è tanto orrore del quale non possiamo far finta di niente, di non vederlo. Purtroppo lo scrittore a volte, deve usare la sua professione e la sua arte per mettere in luce anche questi aspetti della vita, ha il duro compito di farsi testimone anche di cio' che succede nei bassifondi delle città. |
goldbergVa | Inviato: 18/3/2004 17:52 Aggiornato: 18/3/2004 17:52 |
Not too shy to talk ![]() ![]() Iscritto: 8/3/2004 Da: Inviati: 59 |
![]() Devo purtroppo discostarmi dai pareri entusiastici dei precedenti commentatori. La storia sta in bilico tra il drammatico (giusta collocazione di una storia simile) ed il patetico all’inizio. Ma è un equilibrio precario, evidentemente, perchè il funambolo della storia cade ben presto dal filo. E lo schianto è di quelli che non lascia scampo. Uscendo dalla metafora: hai usato una quantità di immagini tragiche che sfiora il parossismo, ed ha il solo effetto di far sembrare il tutto una caricatura. Ora, se questo era il tuo scopo, ti porgo i miei complimenti. Ma se non era questo, secondo me, hai sbagliato completamente l’impostazione. Il finale poi è svenevolmente (ed inutilmente) caricato: all’ultima riga ero saturo di scene tanto inverosimili (e non tirate fuori la storia che succedono veramente, che, seppur vera, non giustifica una impostazione tanto pesante) quanto gratuite, senza scopo. Non prendertela, anzi, accetto ben volentieri critiche alla mia lettura del tuo racconto, ma proprio non tollero patetismi gratuiti e ho espresso quella che è, in ogni caso, solamente una mia opinione.
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giosp | Inviato: 18/3/2004 21:26 Aggiornato: 18/3/2004 21:26 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 21/10/2003 Da: Veneto Inviati: 2896 |
![]() Intanto grazie a tutti coloro che hanno scritto, e mi raccomando, continuate a commentare.
Mate, "benabbiente"... mi fai sorgere il dubbio. Io sono sicuro di averlo già sentito, xò nel vocabolario non c'è e il Word mi dice che questa parola non esiste (ma vatti a fidare dello zio Bill). In quanto a "lamda", mi ispirava, è pura invenzione, nessuna motivazione. Mi è venuta in mente la funzione Lagrangiana, ƒ(λ,x,y), solo che non mi ricordavo esattamente il nome di quella lettera greca e allora ci ho messo quella parola che almeno ci assomiglia. Principe, probabilmente questo brano farà parte di un progetto + grande, forse un romanzo, in cui sicuramente ci saranno descrizioni sull'altro volto: la parte benestante i zio Paperone di quella società. Il padrone della Fabbrica, x esempio, ci sarà di sicuro. Se quello che avete scritto è vero, cioè che vi ha preso allo stomaco, beh, mi fa piacere. Così vuol dire che qualcosa l'ho imbroccato... Ditemi qualcosa sul doppio titolo. |
fernet | Inviato: 19/3/2004 13:33 Aggiornato: 19/3/2004 13:33 |
Sostenitore di OZoz ![]() ![]() Iscritto: 18/12/2003 Da: Milano Inviati: 311 |
![]() ... eccheccaspita!! non ho potuto fare a meno di strappare il tuo racconto appena finito di leggerlo. Non parlo di qualità letterarie (che ci sono in abbondanza): amo moltissimo i racconti "fanta-sociologici", dove si immaginano ipotesi dettagliate di mondi futuri, ma il mondo della fabbrica mi pare troppo troppo cattivo con i bambini per poter avere qualche chance di verosimiglianza. Gli altri "pezzi" delo scenario ci stanno e sono pure interessanti, ma la vendita di bambini usati e di bambini violati mi sembra troppo .. saranno tabù, saranno miei limiti mentali, ma mi leva il piacere della lettura ... scusami
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matemati | Inviato: 19/3/2004 19:28 Aggiornato: 19/3/2004 19:28 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 13/1/2004 Da: Firenze Inviati: 1790 |
![]() Anch'io esprimo solo una mia opinione: non so cosa avesse in mente Giosp, ma io non l'ho interpretata come una storia mirata a commuovere. Io personalmente non mi sono commosso, mi sono schifato e incavolato per come può essere impostata una società che forse è esistita nel passato o magari esisterà nel futuro. Quindi non chiamerei "svenevolezze" o "patetismi gratuiti" certi particolari, semmai esagerazioni finalizzate all'indignazione.
Posso sbagliare, ma io l'ho capita così. |
Lu^^ | Inviato: 19/3/2004 20:07 Aggiornato: 19/3/2004 20:07 |
Just can't stay away ![]() ![]() Iscritto: 17/8/2003 Da: Inviati: 402 |
![]() Come ho detto anche prima sei risultato veramente realista e crudo nella descrizione della situazione che hai narrato! E' stupendo come tu ti sia calato bene nella parte, questa volta ci stai proprio dentro al racconto!
Personalmente, essendo donna, avrei messo tante di quelle emozioni da parte di lei! Ma però, quando la situazione è critica si smette di pensare a come si sta e si ringrazia per quello che si ha, pensando a come sopravvivere. Hai ragione, troppe emozioni sarebbero state poco credibili. Mi ricordi gli autori del 2 dopoguerra! praticamente scrivevano solo della difficile vita dovuta alla ripresa economica. Sei migliorato, mon cher |
criscia | Inviato: 20/3/2004 10:50 Aggiornato: 20/3/2004 10:50 |
Sostenitore di OZoz ![]() ![]() Iscritto: 1/1/2004 Da: Inviati: 349 |
![]() E' un racconto strano giosp. Io credo che tu non abbia voluto creare niente di vero, niente che avvicinasse il lettore ad una ipotetica morale, anche se fra le righe il disagio di questa società emerge in modo chiaro a definito.
devo ammettere che non mi è dispiaciuto, anche perché alla fine i bambini violati mi hanno fatto sentire un nodo in gola; cosa importantissima quando si legge. E' solo che l'idea potresti svilupparla meglio; effettivamente ci sono delle esagerazioni troppo marcate. Potresti ampliare il racconto secondo me e forse le esagerazioni si leggerebbero con ottica diversa. Sembra come un racconto "sopra le righe", la follia pura che imperversa, ma sembra una follia pura solo alla fine perché in realtà il resto potrebbe essere una situazione qualunque di qualche famiglia nel dopoguerra. Insomma troppo stacco fra il racconto e il finale secondo me. ciao giosp |
AccaLarentia | Inviato: 20/3/2004 16:10 Aggiornato: 20/3/2004 16:10 |
Just can't stay away ![]() ![]() Iscritto: 14/1/2004 Da: Perugia Inviati: 322 |
![]() FFFFFFFFFFFFIIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!!!!
Eh caro giosp, c'è voluto un pò di tempo, ma alla fine... ![]() Il mio commento non si discosta di molto da quelli che mi hanno preceduto, anzi è una sorta di collage di pensieri estrapolati da essi. Una nota personale: quanto pessimismo! E' vero che viviamo in una società in cui le situazioni da te descritte possono essere una tragica realtà, tuttavia io avrei impostato la narrazione in maniera più "soft", smussando alcuni tra i passaggi più crudi. Non sono assolutamente d'accordo con chi ha scritto che si avverte un tono al limite del patetico, io preferisco chiamare certe espressioni forti che hai usato un accentualismo un tantino esagerato. In conclusione il tuo racconto mi è globalmente piaciuto, anche se ti suggerirei di lavorarci ancora un pò per rifinire alcuni passaggi, realizzando così un lavoro davveroben fatto. Ciao. |
Eagle | Inviato: 20/3/2004 16:50 Aggiornato: 20/3/2004 16:50 |
il pennuto di OZoz ![]() ![]() Iscritto: 27/12/2003 Da: Inviati: 977 |
![]() Giospirit.. sono allibito e sai perche´? Innanzitutto le condizioni in cui vivono i due coniugi..brrrr.. fortuna che tengo una villa in Cinque Terre.. poi scusa, il racconto e´per caso ambientato in Giospland? Preparati per una bella bachettata, anche se la triste storia e´ambientata in un universo paralello, ci sono delle incongruenze, tipo il dover risparmiare l´acqua del cesso e il bacio di Paolo dopo aver.. ok per l´essere messi male a miseria, ma trovo la situazione gia´estrema e disgustosa. Altra cosa che non quadra sta nei cadaveri dei bambini messi li da parecchie settimane come si trattassero´ di foglie secche.. non credo che in una societa´cosi malmessa una fabbrica possa aver vita e avere un volto di democrazia. Poi, non credo ancora, che in una societa´dove il commercio degli umani e´legalizzato, occorrano le vetrine. Mi e´arrivata una grande deduzione, saranno questi gli effetti futuri da una voluta a tutti i costi con la violenza, globalizzazione americana? Venendo alla trama, anche se con tali particolari inverosimili, la trovo gradevole e precisa.
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fabrizio | Inviato: 21/3/2004 17:49 Aggiornato: 21/3/2004 17:49 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 23/10/2003 Da: tolentino (mc) Inviati: 1095 |
![]() scrivo il commento senza leggere gli altri, cosa che farò dopo.
molto buono soprattutto per lo sforzo, non facile, di calarsi nei panni di una donna: ci sei riuscito molto bene, e questo è notevole. mi è piaciuta molto la descrizione particolareggiata di quello che è un incubo per tutta la middle class occidentale. solo alcuni dettagli: - all'inizio parli di una telefonata che doveva arrivare dalla fabbrica senza specificare di cosa si tratti. sono arrivato alla fine con questa curiosità. - quando la donna in pelliccia la guarda ripeti due volte occhi, cambia la frase. -all'inizio lei specifica che è la fabbrica a pagare il canone, come dopo quando viene ricordato che avevano venduto la macchina. basterebbe, nel primo caso, eliminare quel "paghiamo solo quando telefoniamo" e lasciare "per fortuna che..."; il resto è superfluo e fa capire che vuoi dare spiegazioni. così per la macchina, sarebbe meglio un qualcosa del tipo" eh... se non avessimo dovuto venderla". - poi alla fine, hai dimenticato di inserire qualcosa sui bambini usati per "donare" gli organi ai figli dei ricchi: vuoi che in un mondo del genere non sia un'esigenza primaria da soddisfare? potrebbero essere "bambini donatori", quelli sopravvissuti magari senza un occhio, una mano, un rene, ecc.io lavorerei un po' su questo apetto. in definitiva, comunque, mi è piaciuto parecchio. |
giosp | Inviato: 22/3/2004 11:48 Aggiornato: 22/3/2004 11:48 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 21/10/2003 Da: Veneto Inviati: 2896 |
![]() Sul realismo, specifico che si può scrivere anche cose che non sono reali o che hanno un piccolo velo di realtà ma poi rasentano il paradosso.
Mate, infatti non è destinata a far commuovere, interpreti bene la non-volontà mia. Fabrizio, sulla telefonata hai ragione, sarà spiegata nella versione maxi della storia (che x ragioni di non-auto-distruzione non posterò in OZoz), come pure hai ragione sugli occhi (particolare che mi era sfuggito) e sul canone del telefono. La macchina, invece, sei sicuro che l'abbiano venduta? Xché non ho scritto niente su una macchina. Buona anche l'idea dei bambini donatori, ne terrò conto, grazie. E sono contento che ti sia piaciuto questo racconto. |
fabrizio | Inviato: 22/3/2004 12:14 Aggiornato: 22/3/2004 12:14 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 23/10/2003 Da: tolentino (mc) Inviati: 1095 |
![]() pag. 3: vuoi proprio mettere i tacchi alti?... ti ricordo che la macchina abbiamo dovuto venderla
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giosp | Inviato: 22/3/2004 13:20 Aggiornato: 22/3/2004 13:20 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 21/10/2003 Da: Veneto Inviati: 2896 |
![]() Che ebete...
Giusto x dimostrare se mai ce ne fosse bisogno che faccio acqua da tutte le parti, non ricordo neanche quello che ho scritto, letto e riletto... sono un fenomeno! Scusa Nello. |
Shelly | Inviato: 30/3/2004 0:41 Aggiornato: 30/3/2004 0:41 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 3/1/2004 Da: ancona Inviati: 1618 |
![]() Ciao giospy.
Perchè non l' hai un pochino allungata la storia? Secondo me era un buon punto di partenza che andava più sviluppato. Comunque mi è piaciuta soprattutto la tua ironia, che però devi cercare di ottimizzare ancora un pochino: ogni tanto te la scordi per strada e te la ripeschi riportando l' attenzione sul fatto che è la fabbrica che fa vivere questa coppietta...io cercherei di condurre più sottilmente il lettore perchè così il punto in cui vuoi arrivare è già ben chiaro così come è intuibile il tuo giudizio all' interno del racconto. Comunque ti stai proprio mettendo sotto! Continua così che migliori! Shellonza. |
Shoen | Inviato: 19/7/2004 19:10 Aggiornato: 19/7/2004 19:10 |
La principessa dei Saiyan ![]() ![]() Iscritto: 2/11/2003 Da: Prateria australiana Inviati: 3529 |
![]() Ho visto citato questo racconto tra i commenti di Postbellika, e come potevo tirarmi indietro?
Tengo presente che comunque si tratta di un'opera arretrata, e che quindi so, avendo letto Postbellika, che nel frattempo lo stile morfogrammosintattico si è evoluto. Tralascio quindi eventuali errori tecnici e passo al contenuto... Secondo me ti sei calato bene nei panni di una donna, cosa che per un uomo credo non sia facile. A proposito... Un tacco di 13 centimetri??? Che donna masochista... Secondo me è un buon racconto, ma credo che tu ti sia spinto troppo oltre. Hai superato una linea di demarcazione che divide la fantascienza disperata da quella esasperata, e questo racconto è un crescendo. E' come quando fai la carbonara: l'uovo deve stare in padella quel minimo che serve a diventare cremoso, ma se non lo togli dal fuoco in tempo diventa frittata! ...ho appena riletto la mia metafora... quanto sono deficiente... ![]() Comunque... ![]() ![]() |
senza | Inviato: 18/8/2004 18:38 Aggiornato: 18/8/2004 18:38 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 4/4/2004 Da: venezia Inviati: 3123 |
![]() terribile come storia, assolutamente poco verosimile e portata all'assurdo, eppure da qualche parte si vendono anche i figli, o lameno così ho già letto in alcuni libri... hai osato su un tema deprimente e pesante, anche se scorgo una punta d'ironia appunto per certi eccessi nella descrizione della povertà di questa coppia. ma del resto tutta la città sembra degradata improvvisamente e non se ne conosce il motivo. ammetto che le prime righe mi avevano fatta anche sorridere e pensavo più ad un alcolista che ad un uomo che resta chiuso con 20 persone sudate in un ascensore. la figura della Fabbrica sembra quasi una divinità a cui la coppia è grata e devota, con una mentalità forse un po' retrograda ma non per questo sbagliata. mi ha colpita la figura del finto cieco, sopratutto se cè gente che ci crede.
scrivi bene e sembrerebbe con spontaneità, ora andrò a cena. |
mauraga | Inviato: 18/8/2004 20:16 Aggiornato: 18/8/2004 20:16 |
Home away from home ![]() ![]() Iscritto: 26/1/2004 Da: Sicilia/Lombardia Inviati: 1001 |
![]() Bello davvero.
A volte calchi troppo la mano su certi particolari, ma sicuramente è scritto molto bene. Bella la trovata delle "lambde". A mio avviso dovresti svilupparlo, costruire qualcosa di più articolato...approfondire la descrizione della realtà circostante, della Fabbrica... |