 Non sono ho l’aspetto di un vegetariano, anzi, ma in questo momento sono in piedi davanti alle cassette di frutta e verdura del supermercato.
Giallo, verde e rosso lucido delle mele, giallo opaco delle banane e pompelmi nelle buste di plastica, arancione mandarini ed aranci e poi tutte le tonalità dei verdi dell’insalata, rucola, cappuccina. Il radicchio è rosso i cachi hanno un colore indefinibile a metà tra un arancione ed un rosso con tutti puntini neri sulla buccia. Hanno un aspetto floscio e vanno presi dall’albero prima che cadano, vanno staccati, altrimenti quando cadono si spappolano per terra, si aprono in due. “Si Steve, quel bastardo si è spappolato proprio come un cachi, uno schifo! Avresti dovuto vederlo. Sono sceso ed ancora frignava, perdono, perdono, che vuoi che ti perdoni, te la sei scritto da solo la condanna imbecille, ti fotti due chili di roba e non paghi! Chi ha sbagliato? Pensi che abbia sbagliato io? E perché non crepi invece di frignare che attiri l’attenzione! Ho fretta imbecille non farmi tirare fuori il ferro ”. Non ho bisogno di prendere il quanto di plastica per scegliere la frutta, ho ancora i miei in lattice che sono puliti; prendo solo il sacchetto vicino alla bilancia elettronica con i numeri ed i disegni. Queste buste non si aprono mai e si strappano sempre male. Mi fermo un attimo a riflettere su cosa scegliere, che posso mangiare questa sera, afferro una testa di cappuccina, è morbida e fresca e quando l’alzo dalla cassetta le foglie grondano acqua pulita, la giro verso di me e vedo che è pulita non è piena di terra come le altre volte. L’insalata la bagnano per farla pesare di più. La metto nella busta. Metto la mano su un’altra testa di cappuccina, questa volta un po’ più piccola. Sento che è tiepida, sicuramente non è fresca come la precedente, ma ho il guanto, potrebbe ingannarmi, senza farmi vedere dagli altri clienti alzo l’altra mano, quella senza il quanto, e verifico che non mi sia sbagliato nella diagnosi. In effetti anche l’altra mano conferma quello che avevo sospettato, questa testa di cappuccina è decisamente più calda. Sicuramente è meno fresca l’acqua si è asciugata. Mischiano la merce. “se la tagli male il tossico ci crepa Steve! Il tossico non deve crepare! Se il tossico crepa vanno male gli affari.” Osservo meglio, mi accorgo che non è umida ed è più chiara delle altre allora sposto la mia scelta su quella che le sta vicino. Metto anche questa nella busta ma la busta è piccola e devo sforzarla un po’ per farcela entrare. La busta non si chiude e la peso aperta. “Steve, taglia quei cazzo di stinchi! Lo vedi che non c’entra sano nella busta nera! Fanne due pezzi che pesa di meno e mettine due di buste che altrimenti gocciola!, la prossima volta veniamo con la tua di macchina, mi sono spiegato? Capisci?” Quasi un chilo. A zeronovantanove quasi un euro. Metto le insalate nel carrello e rivolgo la mia attenzione verso le altre verdure, guardo gli altri frutti. Questi non tremano sotto il mio sguardo. Entra una coppia di colore con un bambino così piccolo che vicino a loro sembra ancora più piccolo, una bricioletta nera. L’uomo è calvo, ha un cranio tondo e tozzo sopra un collo robusto, una catenina d’oro di un etto ed una camicia sbottonata, jeans e scarpe bianche, i neri preferiscono le scarpe bianche; lei è vestita con un abito africano, quello delle donne di colore, ha in testa qualcosa che assomiglia ad un foulard, turbante? Ha le scarpe rosse aperte anche se siamo a novembre e dei piedi grandi per essere una donna e dita e unghie curate. Sono due bei piedi. Non sono un sfottuto feticista ma passerei volentieri un paio d’ore a massaggiare quei piedini. Ha i capelli lunghi neri e curati. Sicuramente profuma. Ha l’aria di una persona pulita e la sua presenza è gradevole, di sicuro avrà quell’odore asprigno donne di colore. Belle, selvatiche. Proseguo nella mia lista della spesa. Odio le cene con gli amici, mi mettono in agitazione. Spunto la lista scritta da mia moglie sono arrivato già ai salumi, “prosciutto secco ma dolce”, un miraggio culinario, un miracolo. Il prosciutto se è secco è salato se è dolce non può essere secco. Il bancone dei salumi è quasi alla fine del supermercato, scorro l’occhio lungo la lista per vedere se c’è qualcosa che posso mettere nel carrello prima di arrivare fino al bancone. Nulla. Dopo c’e’ solo acqua, birra, pane. Posso percorrere la mia corsa tra i ripiani senza dovermi fermare per altre tappe.
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