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1 Utenti anonimi
Re: La piccola editoria. |
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Grazie Basquiat, hai risposto bene: promosso!
E grazie Alinic che "ci hai trasmesso l'emozione anche a noi". Ma... beata te che l'hai trovato, Basquiat! Io ho fatto un giro in internet e ho trovato di tutto meno questo Basquiat qui. E' vero che il mio computer è bolso (quello in rete è un vecchio pentium uno) ma è anche vero che... Insomma: fuori la mail! O l'indirizzo della casa editrice. Basquiat, come vuoi farti seppellire dai manoscritti degli ozoziani, se non dai l'indirizzo? Chiarisco: io ti risparmio i miei (anche se prima o poi...) ma vorrei approfondire la faccenda della piccola editoria. Ve ne dico un'altra! Ieri, tornato a casa stremato, mi ha beccato un'intervistatrice della Demoscopea (per telefono, ovvio!) che ha cominciato a piazzarmi domande su domande: se sarei andato a fare una vacanza nel sud-est asiatico, se reputavo fosse pericoloso, se temevo altri maremoti... Dopo che le ho detto che, se io fossi Dio, di maremoti ne avremo uno al mese (visto come va il mondo), che andare in vacanza in un cimitero mi pareva immorale ecc. ecc., la tizia è passata a farmi domande sui libri: quanti ne legge, dove li compra, li sceglie secondo quello che dice la televisione... Ho risposto come un bravo scolaretto, cercando di evidenziare che, sempre se fossi stato Dio, il maremoto nelle sedi televisive sarebbe stato continuo. Però ho capito a chi serviva l'indagine (l'avrete capito anche voi!) e ho capito che, inevitabilmente, le mie risposte non facevano altro che mettere altre armi nelle mani nemiche. Bene: la lotta è impari! Caro Basquiat, è come combattere a mani nude contro i carri armati. Te ne rendi conto? Ma è proprio per questo che la battaglia mi piace! San Giorgio!
Inviato: 2005/2/15 10:02
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Re: La piccola editoria. |
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il mio benvenuto a basquiat
![]() mi scuso per il ritardo ma ho letto il thread solo adesso (un po' di corsa che sono al lavoro ![]() ci tengo a soffermarmi su uno dei primi punti in questione. la distribuzione. il mio modesto contributo avvalora credo l'esperienza del tanto motivato basquiat (ce ne fossero) spostando per un momento l'attenzione al campo cinematografico. sono molto vicino a un gestore di una sala da 990 posti (che penso a breve diventerà multisala per ovvie difficoltà gestionali). ho seguito il suo lavoro e cosa scopro: pagare bollette certo, pensare a un minimo di marketing così come scegliere i prodotti per il bar; sponsorizzare ogni tanto un corso di cinema per la scuola certamente; e ogni tanto qualche manifestazione di minima intraprendenza come la partecipazione a qualche convegno. ma la programmazione? ops come la programmazione? tempo fa, credo un anno fa scoppia lo scandalo: distribuzione cinematografica. si scopre che un cinema per avere "certi film" è costretto a prenderne altri. COSTRETTO. si scopre che se un cinema vuole prendere UN preciso film non può farlo perchè..quel film è già altrove e non si muove. ma come? e se un gestore punta su un particolare film che ha visto a un festival in culonia dove si è recato per approfondire cercare scoprire conoscere? niente da fare. l'inchiesta mostrò come fossero violate le leggi antitrust, come c'erano addirittura casi di vessazione e imposizione. cosa c'entra. c'entra che le persone che avevano messo su sta roba tenendo a cappio esercenti e produzioni internazionali (e invece spesso accogliendo nella cricca pseudo PRODUTTORI autoctoni) sono i DISTRIBUTORI. (esiste anche un' interessante inchiesta giornalistica di Report su come stranamente questo meccnismo va a coinvolgere anche i finanziamenti miliardari attribuiti dal ministero..ops cosa ho detto?..occhio ad approfondire ste cose facile che venga vomito e desiderio di lasciar perdere tutto). la distribuzione, articolata in 4-5 fette di potere, stabilisce cosa va in una sala e cosa in un altra e pare (dico pare) che una produzione tra le voci di spesa debba mettere la mazzetta da dare al distributore per pigliare un tot sale. ah occhio. se andiamo a spulciare il famoso circuito underground del videomaking. è da ridere. stranamente nei concorsi..si arriva..a essere segnalati per magia..pagando a case di distribuzione fior di quattrini con la sicurezza di x segnalazioni annue. a prescindere dal valore dell'opera, ovviamente. una collocazione sensata certo, tanto pago mangio. ho conosciuto personalmente un esimio rappresentante di questo meccanismo ed è il primo a travestirsi da agnellino appassionato. certa gente la legherei a un palo e ci farei pisciare i cani. a ruota. a decine. cmq in sostanza poi magari c'è gente onesta che ci prova e si trova a doversi contendere un minimo di visibilità. perchè il lavoro, il rischio di capitali non venga fottuto da quella che si chiama dalle mie parti MAFIA. che sia radical chic, che sia salottiera, che tante volte coinvolga anche illustri intellettuali della sinistra bene, non mi sorprende e in tutta evidenza mi addolora e molto. ma MAFIA è. concludo con un in bocca al lupo a basquiat. spero tu non debba mai perdere il tuo entusiasmo e spero che in qualche maniera nel mercato librario si aprano spazi come spero avvenga nel complessivo panorama della distribuzione culturale. tieni duro ![]() e se un autore non vuole che gli si sposti na virgola, non volergli male. magari è un fesso, magari no. ![]() fai bene cmq a rammaricartene. specialmente perchè chi si sega da solo magari quando tu vi avevi riconosciuto del talento nega a tante persone la possibilità di incontrare i suoi pensieri. bene mi sono dilungato ma avevo un buco e mi ci sono infilato testa e piedi. buon tempo! A.
Inviato: 2005/2/15 11:32
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Re: La piccola editoria. |
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Grazie Solaris! Grazie! E' questo il forum che mi piace!
Purtroppo è proprio così. A Natale ho parlato con il solito amico (quello che ho più volte citato e che ha una rivista letteraria, lui dice "di servizi letterari") e mi ha detto esattamente quello che dici tu. I famosi contributi all'editoria? Li prendono i grossi (tra l'altro per pubblicare la carta igienica che pubblicano!). Sai qual è la modalità che decide chi li ottiene? La priorità di iscrizione alla lista delle richieste. E, guarda un po', loro (i grossi) si iscrivono sempre prima degli altri! Hanno perciò i fondi (dal Ministero della cultura?) che permette loro di pubblicare Taricone, Totti, Vespa, Tamaro e via cantando. Avanzano perfino quattro lire per nani e ballerine del momento. Poi, come se non bastasse, c'è la distribuzione! Vedi, anzi vedete tutti, io credo che sia importante sapere queste cose e, se possibile, cercare qualche modo per superarle. Qui non si tratta di pubblicare le proprie miserabili pagine, si tratta di mantenere viva la libertà di scrivere e di leggere "fuori dal coro". Il mercato (con tutte le sue leggi perverse) ha fatto in modo che la gente non legga, che compri solo i libri proposti dalla TV (per riempire li scaffali di librerie troppo vuote), che osanni i quattro feticci proposti dai media (meglio se hanno poco da dire, che per caso la gente non pensi!). Basta costruire la polpetta avvelenata (scusate: proprio avvelenata!) e farci i soldi. Volete un esempio? Guardate a cosa è stata ridotta la mitologia del Graal e la sapienza esoterica di Leonardo dall'ultima FARSA letteraria. Ho assistito a una scena incredibile di un signore che, la sera della Vigilia di Natale, insultava un libraio (uno dei pochi piccoli librai sopravvissuti ai Supermarket) perché era "inconcepibile che un libro simile fosse stato esaurito. E adesso cosa regalo?". Non poteva neanche ripiegare su Faletti! Ecco, come dice Solaris, c'è da farsi venire il sangue amaro e la voglia di rinunciare. Noi (appassionati) siamo a mani nude e loro (l'editoria-distribuzione-promozione ufficiale) ha armi affilatissime. Ma... Ma, amici miei, una delle mie passioni è Alexander Nievskj (scrivo a caso, non ho tempo di controllare l'esatta grafia) che, con un esercito di contadini armati di vanghe e bastoni, sbaraglia la strepitosa macchina da guerra dei Cavalieri Teutonici. Ricordate? Con continue, sanguinose ed estenuanti ritirate li porta a battersi sopra un lago gelato. Qui, il loro peso li perde! Bene! Cerchiamo di parlare, discutere, aiutarci. I piccoli editori devono trovare (secondo me) valide voci nuove, progettare un'azione comune e raggiungere i "liberi lettori" attraverso vie innovative. Solo così potremo sperare di costruire, a poco a poco, il nostro lago gelato dove far affondare i "grossi". Ma forse sono troppo ottimista ![]()
Inviato: 2005/2/15 13:07
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Re: La piccola editoria. |
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Partirei da San Giorgio... E' forse una coincidenza che si chiami così il paese in cui sono nato
![]() Comunque hairagione, la lotta è assolutamente impari: eppure... eppure io penso che le cose possano cambiare. Ci vuole tempo, pazienza, costanza, ma le cose possono cambiare. Vedi Fazi (anche se non approvo molto la maniera in cui è emerso definitivamente dal mare magnum degli editori), ma soprattutto vedi Minimum Fax: Marco Cassini (col suo socio ed il suo staff), con la sua verve, con le sue idee, col suo talento, è riuscito in un'impresa incredibile. Certo, per due esempi positivi se ne potrebbero fare molti altri, in negativo, ma io ho tanta fiducia. E' anche vero che poi, quando capitano le cose di cui parla Solaris ( ![]() Un esempio che in molti conosceranno: le librerie sono "costrette" a prendere la poesia. Costrette nel senso che ogni dieci libri della casa editrice XXX, si devono assolutamente acquistare anche un certo numero di libri di poesia della stessa casa editrice. Stesso discorso per i best sellers: vuoi che nella tua libreria ci sia il libro "XX" che sta vendendo uno sfracello? Devi acquistare anche i libri X1 X2 X3... Per carità, anche questo meccanismo in sè non sarebbe deprecabile: diciamo che sono gli eccessi che poi soffocano. E aggiungo che, se per caso ci fosse la possibilità, anzi l'obbligo, di tenere una quota di negozio riservata per le piccole case editrici... (un pò come nel calcio, con le quote di calciatori... ![]() Riguardo all'editing, solaris, penso che se una persona è così supponente da non prendere in considerazione (anche solo ascoltare!) -a priori- i suggerimenti dati da professionisti del settore... beh allora non è che non mi interessi il libro, non mi interessa proprio la persona... perchè il mondo letterario è un mondo affatto particolare, difficilissimo anche per i professionisti con anni di esperienza, dove le prese di posizione non portano mai a nulla di buono. Ma soprattutto penso anche che se mi capita tra le mani un libro così perfetto e geniale che nemmeno una virgola deve essere spostata... sia bene che l'autore non si rivolga a me, piccolo editore, ma ad una casa editrice grande che possa valorizzare appieno il suo straordinario talento ![]() E ti assicuro che questa frase l'ho usata parecchie volte, nei miei scambi epistolari con gli autori...
Inviato: 2005/2/15 15:08
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Re: La piccola editoria. |
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eheh caro basquiat infatti pensa..
lo faccio per lavoro l'editor ![]() cmq condivido in toto anche se quel che volevo dire è che in un certo senso sarebbe bene intervenire delle volte cercando di recuparare una bella testa che si chiude. ![]() cerco di spiegarmi.. a volte chi non vuole si sposti una virgola.. chiede solo che qualcuno gli spieghi l'opportunità di spostarla. o voglia ascoltare perchè magari a quella virgola è così legato. dio, guarda, nel complesso credo che certe resistenze siano come tu ben fai intuire sintomo di presunzione o addirittura arrogante ignoranza. io dico che se una virgola si deve cambiare..si farà. non perchè la virgola in sè necessita di uno spostamento ma perchè sarebbe stupido per qualsiasi autore rinunciare a una collaborazione creativa. sono contrario alla macchina che mette le virgole al posto giusto e allo scrittore che crede di essere una macchina unica e ineguagliabile. credo molto però nella condivisione e nella collaborazione e se uno scrittore fosse accompagnato a condividere gli interventi sul suo testo secondo me il primo miracolo che si compirebbe sarebbe aver creato qualcosa di più importante partendo da un incontro e non da un circuito riflessivo. amo il cinema proprio per questa sua innata natura collaborativa in cui fiducia e apertura porta esseri umani distinti a confluire verso un prodotto organico in cui ogni ricchezza si valorizza e si perde nell'insieme. anche l'editoria può essere così, credo. ![]() buon tempo ![]() A.
Inviato: 2005/2/15 15:15
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Eh, già! Queste stramaledette virgole, che non so mai dove metterle!
Se vinco il Superenalotto mi compro un editor! ![]()
Inviato: 2005/2/15 15:23
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Re: La piccola editoria. |
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non posso che sposare appieno ogni singola parola che tu dici.
io ho fatto l'editor, e mi piace ancora farlo, su alcuni libri. e, ogni volta che mi metto al lavoro su d'un testo, è una fatica inconcepibile, inimmaginabile, è come se davvero lo partorissi anche io, quel testo. perchè? perchè, come tu sai, il vero editor è quello che si mette al servizio d'un testo, e non quello che tiranneggia sul testo. O almeno, così dovrebbe essere l'editing. io, poi, la vedo come un'operazione molto socratica, molto ermeneutica. quando edito libri, il vero lavoro lo faccio sulla persona, non sul testo. il vero miglioramento, la crescita reale e importante deve avvenire nelle persone. nell'autore, così come in me. perchè penso di non bestemmiare se dico che editare un testo è una crescita ed un arricchimento anche per l'editor. perchè il confronto, il vero confronto, non lascia arido nessuno. questo è primario. il resto, verrà come verrà. però credo sia giusto raccontare,così come le esperienze positive, anche quelle negative ![]() Salutoni...
Inviato: 2005/2/15 15:28
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Re: La piccola editoria. |
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Ho letto, con interesse.
Volevo solo salutare basquiat e dargli il benvenuto anche da parte mia. Io faccio parte di quelli che di tanto in tanto ricevono proposte di pubblicazione. A pagamento. Mi trovi nella fila quindi, ma di quelli che mandano a quel paese certe proposte. A buon rileggerti. Massimo. PS: o non ho letto o non ho capito... ma il nome della tua casa editrice? Sai, per sapere che libri avete, chi siete...
Inviato: 2005/2/15 15:40
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Ciao Massimo, e grazie,grazie per il benvenuto!
In effetti non ho scritto il mio nome, nè quello della casa editrice. Non l'ho fatto per una serie di motivi, non ultimo il fatto che mi piaceva, per correttezza contattare prima in privato gli amministratori... (che tra l'altro ringrazio pubblicamente per la gentilezza e la disponibilità). E poi perchè, insomma, mi ero avvicnato a Ozoz perchè mi appassionavano le discussioni segnalatemi da alinic. L'altro motivo fondamentale è che la situazione è, come dire, in evoluzione. Ma cercherò di spiegarmi. Mi chiamo Guido Farneti, e la casa editrice che avevo contribuito a fondare e a far crescere è la AM Edizioni Marotta (magari qualcuno ci ha anche visto alla Fiera del Libro di Roma). Ora però, per una serie di motivi, diciamo che siamo in una fase di ri-nascita. O meglio, di ampliamento. Lo staff vecchio si è spostato in una nuova struttura che sta nascendo ma che, appunto, ancora non è nata in tutto e per tutto (diciamo che prevediamo di stampare i primi libri entro un mesetto). Si chiama Azimut, e il dominio (ancora non pronto) è www.azimutlibri.com. Per quel che riguarda le linee editoriali, lo stile, le possibilità.. beh, abbiamo unanno di lavoro che testimonia per noi ![]() per il resto della filosofia, un pò lo avete capito da ciò che ho detto in queste pagine.. e per ogni altra cosa, non esitate a chiedere! Venendo al sodo: saremmo ben felici di poter leggere e analizzare testi in prosa, racconti o romanzi, in vista di future pubblicazioni. In effetti, una delle nostre priorità sarà quella di portare avanti i giovani esordienti che avranno voglia di mettersi in gioco ed in discussione. Non dico tanti, ma sicuramente due o tre all'anno come minimo. Ovviamente, senza contributo. Tutto ciò che posso dire è che i testi saranno letti da professionisti, nel minor tempo possibile, e sicuramente ci sarà una risposta e un'indicazione per tutti. Ecco qua. per chi volesse, prego di scrivere a guidofarneti@infinito.it, e di specificare lo status di ozoziani ![]() Un caro saluto, e mannaggia a me che scrivo sempre troppo.
Inviato: 2005/2/15 17:00
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ben ritrovato a basquiat e complimenti per il lavoro della vostra linea editoriale.
anche se in risposta a un mio precedente post dicevi di non essere ferrato nel ramo librerie, mi è sorto un dubbio quando scrivevi: [...Sia ben chiaro che un libraio è libero di scegliere quali libri tenere in negozio...] però poi [...le librerie sono "costrette" a prendere la poesia. Costrette nel senso che ogni dieci libri della casa editrice XXX, si devono assolutamente acquistare anche un certo numero di libri di poesia della stessa casa editrice. Stesso discorso per i best sellers...] e quindi, il libraio è libero oppure no? temo di non aver capito o più probabilmente di aver frainteso le tue parole! per quel che riguarda le questioni politiche sollevate sopra, ho la possibilità di chiedere lumi direttamente in assessorato alle politiche culturali di roma. anche se temo di ricevere una risposta più che diplomatica. in caso contrario, riferirò le risposte. grazie e buon lavoro a tutti cantina band
Inviato: 2005/2/15 18:40
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