24/06/2001
Pubblicato da Shoen il 12/6/2007 (5654 letture)
Antonello mi guarda e sorride. Il suo sguardo mi attraversa come una freccia e va a posarsi su un punto indefinito alle mie spalle. Scuoto la testa. Il libro aperto davanti a me riappare nel mio campo visivo.
Per un istante, ho dimenticato la paura. Ma poi Antonello si volge altrove e mi ritrovo di nuovo sola con il mio problema insoluto. Inspiro a fondo, mando giù un sorso d’acqua.
« Dai, su, non ti distrarre. » La voce di Francesca mi riporta completamente alla realtà. Rientra in salotto portando due tazze di caffè; e dire che il mio oroscopo di oggi sconsigliava di berne per restare svegli.
A tutti i giovani Capricorno che devono affrontare questa prova, tutto ciò che conta…
Dolcifico il caffè con un cucchiaino colmo di zucchero. Al diavolo la linea, domani sarà l’ultimo dei miei problemi. Tutto ciò che conta…
…è restare calmi. Evitate di bere troppo caffè, e lasciate perdere anche camomille e intrugli vari. Se non riuscite a dormire, contate le pecore!
Francesca si siede all’altro capo del tavolo. La sua testa si frappone fra me e Antonello. Non lo vedo più, non so se mi sta sorridendo o se è tornato a godersi la serata per i fatti suoi.
…come diavolo si fa a contare le pecore? Ne disegno una sul margine bianco del libro, una pecorella con le zampe corte corte e occhi giganteschi. Poi disegno un piccolo steccato e la faccio saltare. Ecco, così. Basterà immaginare tante di queste pecorelle che saltano lo steccato e il gioco è fatto. E domani a quest’ora lo steccato l’avrò oltrepassato anch’io.
Tutto questo, però, non elimina il mio problema. Avevo promesso a Francesca di trovare una soluzione prima del suo ritorno, e invece non ho concluso nulla. Mi sento disperata e con le spalle al muro.
« Allora… » sospira lei, rileggendo l’intestazione « Cosa hai intenzione di fare? »
La guardo negli occhi con aria colpevole. « …applico il teorema di Carnot » azzardo. E’ stata una sorta di illuminazione improvvisa; una parte della mia mente deve essere rimasta attiva durante l’ora di matematica e ha così assorbito quest’informazione a livello inconscio.
« Brava! » sorride Francesca « Lo vedi che basta un po’ di concentrazione? »
Una goccia di sudore mi scivola sulla fronte.
Chissà se a livello inconscio ho assorbito anche tutte le altre materie. Fisica, filosofia, letteratura, geografia astronomica… Mi sto pentendo amaramente di aver oziato tutto l’anno. Sarebbero bastate un paio d’ore al giorno per non dover fare tutta questa fatica adesso.
…anche se i Capricorno di solito mantengono un certo contegno davanti alle situazioni difficili, preparatevi a cedere alla paura più del previsto…
« Ah, basta » dico. Sbatto le mani sul libro e mi alzo in piedi. « Facciamo una pausa. Sigaretta? »
Due minuti dopo siamo in balcone, una Camel accesa in mano. Il fumo sale verso l’alto e si disperde nel buio. In questa notte di giugno, in questa Roma in festa, non vola una mosca. Sono tutti altrove, con le loro bandiere e un entusiasmo che noi non possiamo condividere. Noi poveri studenti sorpresi dall’esame di Stato nel bel mezzo dei festeggiamenti. Anche qui, a casa di Francesca, non c’è nessuno. Si sono tuffati tutti nella movida giallorossa.
Solo una settimana fa ho vissuto questa stessa esperienza, persone che dalla porta di casa salutavano e auguravano “Buono studio”, e io china sul libro di letteratura a piangermi addosso insieme al buon Leopardi. E poi il silenzio di una casa vuota, le grida della folla alla tv, echi di clacson dalle strade del quartiere.
Spengo la sigaretta nel posacenere. « Torniamo a studiare… »
Rientriamo in salotto, Antonello è ancora lì. Parla, ma non posso sentire cosa dice. Apro il volume di geografia astronomica a caso, viene fuori un capitolo sui vulcani. La mia mente è già proiettata verso il futuro, fra tre mesi, quando passeggerò tra le bancarelle del Lungotevere Oberdan, quando venderò questo dannato libro per cinquemila lire o poco più.
Concentrazione.
…il magma si solidifica e si cristallizza all’interno della cosiddetta camera magmatica…
Sottolineo ogni frase con un evidenziatore giallo, meccanicamente. La pecorella con gli occhi enormi continua a fissarmi dal libro di matematica ancora aperto. Salta lo steccato con le zampette corte e poi torna a osservarmi. E’ un loop infinito.
Francesca si china sul libro, per un attimo mi restituisce la visuale su Antonello. Sorride ancora, ma stavolta non guarda verso di me.
…le eruzioni vulcaniche si svolgono generalmente in quattro fasi…
Quattro fasi, sì, questo me lo ricordo. “Fase premonitrice”, con terremoti e scoppi sotterranei.
...il “Bimbo de Oro”ha fatto goal…
Poi c’è la “fase di esplosione”, fuoriescono gas, ceneri e lapilli…
…Batistuta ha fatto goal…
“Fase di deiezione”, emissione di lava dal cratere principale.
…Montella ha fatto goal…
Emissione di gas che si condensano a temperatura elevata…
Eccola, è ancora qui, la Grande Sapienza Inconscia. Il teorema di Carnot non era un caso. So tutto, proprio tutto.
So che una settimana fa la Roma ha vinto lo scudetto, per la seconda volta nei miei diciotto anni di vita. La prima volta ero ancora nella culla, ma poco importa.
So che stasera sono tutti a Circo Massimo a festeggiare mentre noi facciamo i conti con le ore. Le ore, i minuti, i secondi che ci separano dalla grande prova. La Terza Prova, per l’esattezza.
Sollevo lo sguardo, Francesca mi sta fissando.
Squilla il telefono. Rispondo io.
All’altro capo, le altre due amiche del nostro gruppo sono riunite come noi per sostenere l’attesa e contare le pecore insieme.
« Accendete la tv su TeleMonteCarlo! » strilla una di loro nella cornetta « Sta iniziando, sta iniziando! »
« Guarda che ora non si chiama più TeleMonteCarlo » rispondo, mentre mi sbraccio per far capire a Francesca che l’ora fatidica è arrivata. Lei afferra il telecomando e restituisce la voce ad Antonello.
Il pianoforte sta suonando. Lui tiene in mano il microfono e sorride. Inizia la canzone che aspettavamo dall’inizio del concerto, la canzone che parla della nostra notte.
…notte di lacrime e preghiere…
Restiamo in silenzio, a metà fra il batticuore, l’entusiasmo, la paura, la commozione. Circo Massimo esulta. Antonello canta, a un certo punto sbaglia le parole, poi si riprende.
Mentre le ultime note sfumano, la realtà torna a stringerci nella morsa.
« Ci vediamo domani a scuola… In bocca al lupo! »
Torno al tavolo e mi accendo un’altra sigaretta. Antonello è tornato muto con un solo colpo di telecomando. I vulcani sono ancora lì che mi aspettano. Così come la sfilza di problemi sul teorema di Carnot.
…la matematica non sarà mai il mio mestiere…
Per un istante, ho dimenticato la paura. Ma poi Antonello si volge altrove e mi ritrovo di nuovo sola con il mio problema insoluto. Inspiro a fondo, mando giù un sorso d’acqua.
« Dai, su, non ti distrarre. » La voce di Francesca mi riporta completamente alla realtà. Rientra in salotto portando due tazze di caffè; e dire che il mio oroscopo di oggi sconsigliava di berne per restare svegli.
A tutti i giovani Capricorno che devono affrontare questa prova, tutto ciò che conta…
Dolcifico il caffè con un cucchiaino colmo di zucchero. Al diavolo la linea, domani sarà l’ultimo dei miei problemi. Tutto ciò che conta…
…è restare calmi. Evitate di bere troppo caffè, e lasciate perdere anche camomille e intrugli vari. Se non riuscite a dormire, contate le pecore!
Francesca si siede all’altro capo del tavolo. La sua testa si frappone fra me e Antonello. Non lo vedo più, non so se mi sta sorridendo o se è tornato a godersi la serata per i fatti suoi.
…come diavolo si fa a contare le pecore? Ne disegno una sul margine bianco del libro, una pecorella con le zampe corte corte e occhi giganteschi. Poi disegno un piccolo steccato e la faccio saltare. Ecco, così. Basterà immaginare tante di queste pecorelle che saltano lo steccato e il gioco è fatto. E domani a quest’ora lo steccato l’avrò oltrepassato anch’io.
Tutto questo, però, non elimina il mio problema. Avevo promesso a Francesca di trovare una soluzione prima del suo ritorno, e invece non ho concluso nulla. Mi sento disperata e con le spalle al muro.
« Allora… » sospira lei, rileggendo l’intestazione « Cosa hai intenzione di fare? »
La guardo negli occhi con aria colpevole. « …applico il teorema di Carnot » azzardo. E’ stata una sorta di illuminazione improvvisa; una parte della mia mente deve essere rimasta attiva durante l’ora di matematica e ha così assorbito quest’informazione a livello inconscio.
« Brava! » sorride Francesca « Lo vedi che basta un po’ di concentrazione? »
Una goccia di sudore mi scivola sulla fronte.
Chissà se a livello inconscio ho assorbito anche tutte le altre materie. Fisica, filosofia, letteratura, geografia astronomica… Mi sto pentendo amaramente di aver oziato tutto l’anno. Sarebbero bastate un paio d’ore al giorno per non dover fare tutta questa fatica adesso.
…anche se i Capricorno di solito mantengono un certo contegno davanti alle situazioni difficili, preparatevi a cedere alla paura più del previsto…
« Ah, basta » dico. Sbatto le mani sul libro e mi alzo in piedi. « Facciamo una pausa. Sigaretta? »
Due minuti dopo siamo in balcone, una Camel accesa in mano. Il fumo sale verso l’alto e si disperde nel buio. In questa notte di giugno, in questa Roma in festa, non vola una mosca. Sono tutti altrove, con le loro bandiere e un entusiasmo che noi non possiamo condividere. Noi poveri studenti sorpresi dall’esame di Stato nel bel mezzo dei festeggiamenti. Anche qui, a casa di Francesca, non c’è nessuno. Si sono tuffati tutti nella movida giallorossa.
Solo una settimana fa ho vissuto questa stessa esperienza, persone che dalla porta di casa salutavano e auguravano “Buono studio”, e io china sul libro di letteratura a piangermi addosso insieme al buon Leopardi. E poi il silenzio di una casa vuota, le grida della folla alla tv, echi di clacson dalle strade del quartiere.
Spengo la sigaretta nel posacenere. « Torniamo a studiare… »
Rientriamo in salotto, Antonello è ancora lì. Parla, ma non posso sentire cosa dice. Apro il volume di geografia astronomica a caso, viene fuori un capitolo sui vulcani. La mia mente è già proiettata verso il futuro, fra tre mesi, quando passeggerò tra le bancarelle del Lungotevere Oberdan, quando venderò questo dannato libro per cinquemila lire o poco più.
Concentrazione.
…il magma si solidifica e si cristallizza all’interno della cosiddetta camera magmatica…
Sottolineo ogni frase con un evidenziatore giallo, meccanicamente. La pecorella con gli occhi enormi continua a fissarmi dal libro di matematica ancora aperto. Salta lo steccato con le zampette corte e poi torna a osservarmi. E’ un loop infinito.
Francesca si china sul libro, per un attimo mi restituisce la visuale su Antonello. Sorride ancora, ma stavolta non guarda verso di me.
…le eruzioni vulcaniche si svolgono generalmente in quattro fasi…
Quattro fasi, sì, questo me lo ricordo. “Fase premonitrice”, con terremoti e scoppi sotterranei.
...il “Bimbo de Oro”ha fatto goal…
Poi c’è la “fase di esplosione”, fuoriescono gas, ceneri e lapilli…
…Batistuta ha fatto goal…
“Fase di deiezione”, emissione di lava dal cratere principale.
…Montella ha fatto goal…
Emissione di gas che si condensano a temperatura elevata…
Eccola, è ancora qui, la Grande Sapienza Inconscia. Il teorema di Carnot non era un caso. So tutto, proprio tutto.
So che una settimana fa la Roma ha vinto lo scudetto, per la seconda volta nei miei diciotto anni di vita. La prima volta ero ancora nella culla, ma poco importa.
So che stasera sono tutti a Circo Massimo a festeggiare mentre noi facciamo i conti con le ore. Le ore, i minuti, i secondi che ci separano dalla grande prova. La Terza Prova, per l’esattezza.
Sollevo lo sguardo, Francesca mi sta fissando.
Squilla il telefono. Rispondo io.
All’altro capo, le altre due amiche del nostro gruppo sono riunite come noi per sostenere l’attesa e contare le pecore insieme.
« Accendete la tv su TeleMonteCarlo! » strilla una di loro nella cornetta « Sta iniziando, sta iniziando! »
« Guarda che ora non si chiama più TeleMonteCarlo » rispondo, mentre mi sbraccio per far capire a Francesca che l’ora fatidica è arrivata. Lei afferra il telecomando e restituisce la voce ad Antonello.
Il pianoforte sta suonando. Lui tiene in mano il microfono e sorride. Inizia la canzone che aspettavamo dall’inizio del concerto, la canzone che parla della nostra notte.
…notte di lacrime e preghiere…
Restiamo in silenzio, a metà fra il batticuore, l’entusiasmo, la paura, la commozione. Circo Massimo esulta. Antonello canta, a un certo punto sbaglia le parole, poi si riprende.
Mentre le ultime note sfumano, la realtà torna a stringerci nella morsa.
« Ci vediamo domani a scuola… In bocca al lupo! »
Torno al tavolo e mi accendo un’altra sigaretta. Antonello è tornato muto con un solo colpo di telecomando. I vulcani sono ancora lì che mi aspettano. Così come la sfilza di problemi sul teorema di Carnot.
…la matematica non sarà mai il mio mestiere…
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